“L’artista Vittoria Panunzi prima ricerca, poi azzarda, si espone al rischio con colori e materiali fortissimi o si ritira e medita in fondi, misteriosissimi blu. Poi, con nuovi esperimenti, in dittico e poi in trittico, pensando di far poco chiasso, inizia un sommesso, profondo dialogo con se stessa legandosi a noi che guardiamo, così da tramutare tutto, all’improvviso, in un piccolo viaggio, fra misteri da decifrare, sogni e colori, parole da tradurre dentro di noi, caos da accettare, e fiabe e incubi, racconti e ironia”.
Adriana Pedone
In gennaio spesso nelle gallerie d’arte ci si ferma pensando ad una pausa invernale, invece ai Magazzini della Lupa di Tuscania si fanno grandi manovre: si apre all’inverno e ai suoi rigori con energia e con una interessante mostra di Vittoria Panunzi, giovane artista di Bracciano, che si presenta con molti quadri, anche di grande formato. Ed è subito evento.
I giovani sono un capitolo a parte nel panorama dell’arte. Rappresentano il proseguimento. Si esprimono con libertà e cercano, con dolore, in quel mondo che gli artisti adulti hanno creato prima di loro tracciando spesso strade non più percorribili. Così i giovani avanzano, si inventano, inventano speranze e sogni. Una nuova vita.
“Impronte nella materia” è il titolo che Vittoria Panunzi ha dato alla sua mostra, scegliendo di non dare indicazioni o titoli alle sue opere, lasciandoci liberi di fronte ai materiali che adopera per esprimersi. E di materia si tratta. Di come e quanto la materia ci rappresenti tutti, nella fragilità e nella profondità del nostro essere. L’artista prima ricerca, poi azzarda, si espone al rischio con colori e materiali fortissimi o si ritira e medita in fondi, misteriosissimi blu. Poi, con nuovi esperimenti, in dittico e poi in trittico, pensando di far poco chiasso, inizia un sommesso, profondo dialogo con sé stessa legandosi a noi che guardiamo, così da tramutare tutto, all’improvviso, in un piccolo viaggio, fra misteri da decifrare, sogni e colori, parole da tradurre dentro di noi, caos da accettare, e fiabe e incubi, racconti e ironia.
Un destino artistico ancora tutto da definire. Ma fin dai primi momenti ci si sente presi per mano e condotti attraverso la materia misteriosa di questi quadri.
Adriana Pedone
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. (Lavoisier)
Questa frase rispecchia il suo pensiero di Arte dell’Artista Vittoria Panunzi. Ciò che vede lo utilizza, ricicla materiale di diverso genere, dove la luce si esprime attraverso le frequenze di colore. Ed è Il colore che rispecchia i suoi stati d’animo.
Il proporre lo stesso soggetto ma di differente colore, mi riporta ad una visione di Andy Warhol.
L’utilizzo di colori sempre brillanti e intensi, il ripetere lo stesso soggetto cambiando i colori e sperimentando diversi accostamenti,come l’uso del tessuto fantasia dove viene proposto in una serie di varianti di cromatiche, la riporta a “scomporre il colore”. Un citazione di Andy Warhol dice: “Credo che tutti i quadri debbano avere le stesse dimensioni e gli stessi colori, in modo che siano intercambiabili, e nessuno pensi di avere un quadro migliore o peggiore. E se uno è un capolavoro, lo sono tutti. E poi anche se il soggetto è diverso si dipinge sempre lo stesso quadro”.
L’uso di colori shocking con accostamenti e gradazioni che variano : rosa-magenta, verde menta o smeraldo, giallo energico, azzurro pastello, rosso vino, verde bosco, giallo zafferano e blu Cina, esaltati da corposi interventi di nero, con assoluta armonia.
Sabrina Rinaldi
È stata inaugurata venerdì 15 dicembre la mostra personale delle opere di Vittoria Panunzi.
I quadri, esposti nell’affascinante cornice del Chiostro degli Agostiniani fino a domenica 17, ci mostrano il percorso artistico seguito dall’artista.
Un’artista che, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, ha deciso di seguire il suo istinto e ha iniziato a “sporcarsi le mani” lavorando, sperimentando con i più disparati materiali.
Legno, plastica, sughero, stoffe, gomitoli di lana, tavole di polistirolo, trovano spazio sulla tela ed a quella tela conferiscono tridimensionalità ed un forte impatta emotivo. Il lavoro manuale dell’artista è chiaramente visibile e si trasmette allo sguardo dello spettatore, dando la misura della passione infusa.
Le opere della Panunzi rappresentano un vanto per la città di Bracciano, visto che sono già state esposte in alcune delle maggiori capitali europee e che presto sbarcheranno oltreoceano, nella capitale artistica degli Stati Uniti, ovvero New York.
La mostra è patrocinata dal Comune di Bracciano, nello specifico dall’Assessorato alle Politiche Culturali, nell’ambito di un progetto molto vasto che riguarda i braccianesi illustri nel mondo.
Monia Guredda